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di Arnaldo Bassini
Saggio tratto dal volume commemorativo per i 25 anni di attività della Scuola (maggiori notizie sul libro: QUI).
Il rifacimento dell’organo della Cattedrale di Cremona, avvenuto negli anni 1984-85 ad opera della ditta Mascioni di Cuvio (Va), fu subito inserito in un progetto culturale che andava ben oltre l’utilizzo musicale per il servizio liturgico. Nelle intenzioni del donatore, il cav. Giovanni Arvedi, era chiaro il proposito di intraprendere tre percorsi: a) organizzare dei corsi internazionali di perfezionamento d’organo; b) costituire una rassegna concertistica con organisti di fama; c) avviare una scuola d’organo per gli organisti diocesani.
L’impegnativo programma necessitava di un organismo associativo che garantisse lo sviluppo di quelle idee e il loro svolgimento nel tempo, con la collaborazione di persone esperte nel campo organistico e nell’organizzazione di eventi. Per questo venne costituito il Comitato per l’Organo della Cattedrale, presieduto dalla signora Luciana Buschini ed avente come consulenti musicali don Dante Caifa (organista e maestro di cappella del duomo), la professoressa Giuseppina Perotti, docente di Organo al Conservatorio di Piacenza e il dott. Mario Manzin, presidente della Commisione per gli organi storici presso la Soprintendenza di Milano; amministratore il rag. Sandro Bonezzi e segretaria la sig.ra Giuliana Chiti; rappresentanti della Curia, mons. Franco Robusti e mons. Lino Bornati, parroco del duomo; direttore artistico Arnaldo Bassini. Il tutto, sotto la visione diretta del cav. Arvedi, che assicurava il sostegno economico alle iniziative del Comitato.
La prima attività avviata fu quella della Scuola per organisti. Su alcuni giornali cremonesi dell’estate 1986 cominciarono ad apparire articoli nei quali si annunciava la prossima apertura di corsi diocesani dedicati all’organo. E fu così che dall’ottobre successivo, nei prestigiosi locali di Palazzo Mina in via Platina (Cremona), vennero attivati i corsi d’organo del Comitato per l’organo della Cattedrale. Docenti, segnalati dalla professoressa Perotti, furono i maestri Luciano Cortellini, Gianmaria Segalini ed Enrico Viccardi, oltre a Fausto Caporali e a allo stesso don Caifa.
Il successo dell’iniziativa fu immediato, con ben 47 allievi iscritti al primo anno. Il piano formativo fu diviso in due livelli: uno, propedeutico, per i giovanissimi che intraprendevano dall’inizio lo studio della musica; l’altro, effettivo, per chi già possedeva gli elementi basilari. I programmi di insegnamento erano basati sulla didattica dei Conservatori, cui si indirizzavano gli allievi per sostenere gli esami di Teoria e solfeggio, Storia della musica e, ovviamente, Organo (nei tre livelli: inferiore, medio e superiore). Numerosi furono gli ammessi a questi esami, con risultati lusinghieri. In particolare, completando i loro studi con Enrico Viccardi, vi furono i primi diplomati, Marco Ruggeri nel 1989 e Stefano Molardi nel 1992, che avevano precedentemente intrapreso l’iter scolastico con don Goffredo Crema. L’attività didattica della Scuola d’Organo si svolse regolarmente in tutti i suoi aspetti: le lezioni settimanali, la preparazione agli esami di Conservatorio e i saggi degli allievi. Questi ultimi si tenevano in Palazzo Mina, sede della Scuola, oppure in Cattedrale, in occasione della festa di S. Cecilia o delle Messe di inizio o fine anno scolastico.
Nell’ottobre del 1986, parallelamente alla Scuola d’Organo, prendeva corpo un’altra attività, prestigiosissima, di grande impatto nella cultura organistica italiana di quegli anni: i corsi internazionali di perfezionamento. Annunciati nei mesi precedenti, anche con una conferenza stampa ufficiale tenuta a Milano il 4 giugno, essi vennero impostati come una accademia annuale e non, come avveniva solitamente, sulla base di lezioni momentanee tenute in pochi giorni consecutivi. Si volle cioè strutturare tale perfezionamento su un arco di tempo corrispondente all’anno scolastico, con lezioni in 3-4 giorni mensili consecutivi, da ottobre a giugno, in modo da rendere ampio e proficuo il lavoro del docente e l’apprendimento degli allievi. In Italia (e in Europa) non esisteva nulla di simile: i corsi esistenti (ad esempio quelli dell’Accademia di musica italiana per organo di Pistoia, o anche quelli di Haarlem, per citare un’accademia ‘storica’) erano limitati ad alcuni giorni estivi.
L’esperienza di importanti corsi di perfezionamento tenuti a Vaduz (Liechtenstein) da un giovane maestro austriaco di origine rumena, Michael Radulescu, spinse la professoressa Perotti a segnalare al nascente Comitato la possibilità di svolgere una simile, se non più vasta, iniziativa anche a Cremona. Avuta la disponibilità del docente, e viste le sue notevoli conoscenze in particolare nel campo della letteratura bachiana, si decise di affrontare la titanica impresa di un corso biennale dedicato proprio all’opera organistica di Johann Sebastian Bach.
Il successo fu immediato e larghissimo, gli iscritti furono oltre 70! Da ogni parte d’Italia e anche dall’estero giunsero richieste di iscrizione, a dimostrazione non solo della levatura della proposta, ma anche della necessità di un radicale aggiornamento culturale. L’accesso al corso fu impostato con un esame di ammissione, dopo il quale gli allievi vennero distinti in ‘attivi’ e ‘uditori’. Un concerto d’organo di Michael Radulescu, il 29 ottobre 1986, diede l’avvio ufficiale all’accademia.
Le lezioni si tenevano in Cattedrale, negli orari di chiusura pomeridiana (ore 12-16) e serale (ore 19-21): il maestro si posizionava in cantoria illustrando i brani e commentando le esecuzioni dell’allievo che, di volta in volta, saliva all’organo suonando un pezzo del programma. Gli altri allievi, seduti in ‘piazzetta’ (l’area del presbiterio così detta tra l’altare e il transetto, sotto l’organo), seguivano esecuzioni e commenti, facilitati anche da una telecamera che riprendeva l’organista di turno proiettandone, in diretta, le immagini all’uditorio.
Un elemento importante, significativo anche dell’autentico entusiasmo culturale generatosi con il nuovo organo Mascioni, fu il fatto che i corsi internazionali erano completamente gratuiti. Le spese, infatti, erano sostenute in toto dalla Fondazione Arvedi e ciò facilitò grandemente l’accesso degli allievi, cui rimaneva solo l’onere dell’alloggio a Cremona.
Il biennio bachiano venne svolto continuativamente, con l’unica eccezione di un paio di sedute, nella primavera 1987, dedicate alla musica organistica spagnola barocca e tenute dalla celebre organista iberica Montserrat Torrent.
Terminato il ciclo bachiano, i corsi proseguirono negli anni successivi con Daniel Roth, organista titolare di S. Sulpice a Parigi, che affrontò la letteratura organistica francese successiva alla Rivoluzione, sino a Messiaen (attraverso Franck, Widor e Vierne). Nel 1990-91 e nel 1992-93 venne invitato l’organista olandese Ewald Kooiman che invece si occupò della letteratura francese barocca e del repertorio tedesco prebachiano.
I cinque anni di svolgimento dei corsi furono costellati da numerose altre iniziative didattiche di alto livello, tutte seguitissime: il seminario di Daniel Roth sull’improvvisazione (forse il primo in Italia in questa disciplina), i brevi corsi di Jesper B. Christensen sul Basso continuo (anche in questo caso veramente pionieristici, considerando anche la diffusione che la musica antica avrebbe avuto negli anni successivi), le conferenze di Michael Radulescu sul corale organistico barocco e sulla Messa in si minore di Bach, il seminario di Luigi Ferdinando Tagliavini sul repertorio organistico italiano antico, l’incontro con Gaston Litaize.
Oltre alla parte didattica, il Comitato organizzò anche importanti momenti concertistici, confluiti principalmente nella Rassegna Internazionale Organistica, per la quale furono invitati i maggiori nomi del concertismo organistico di quegli anni: oltre ai docenti stessi dei corsi (Radulescu, Torrent, Roth, Kooiman) vi presero parte Jean Guillou, Ton Koopman, Simon Preston, Wilhelm Krumbach, Giuseppe Zanaboni, Gaston Litaize e vari giovani concertisti italiani tra cui Francesco Finotti, Ruggero Livieri, Andrea Marcon e Andrea Macinanti. Memorabile fu il concerto di Gaston Litaize, all’epoca già ottantenne, che deliziò il pubblico cremonese con un programma di grande impegno, affrontato con un sorprendente piglio giovanile.
Ma l’evento clou di tutte queste iniziative didattico-concertistiche fu senza dubbio l’esecuzione della Messa in si minore di J. S. Bach, il 24 giugno 1988, diretta da Michael Radulescu e preceduta da un seminario di approfondimento storico e musicale tenuto dallo stesso musicista. In una cattedrale gremita, Radulescu coronava con un’esecuzione impeccabile la sua collaborazione cremonese.
Esito quasi naturale del biennio di perfezionamento sull’opera organistica bachiana fu la sua esecuzione completa, programmata e svolta negli anni 1991-92 a cura di alcuni concertisti di fama affiancati dai migliori allievi partecipanti ai corsi. Diciotto concerti, dal marzo 1991 al maggio 1992, servirono per presentare al pubblico cremonese l’integrale di Bach organista, nelle esecuzioni di Enrico Viccardi, Gianluca Cagnani, Dino Rizzo, Francesco Bravo, Wilhelm Krumbach, Harald Vogel, Francesco Di Lernia, Loris Gai, Guido Iotti, Monica Henking, Fausto Caporali, Ruggero Livieri, Gianmaria Segalini, Giovanni Mazza, Simon Preston e Michael Radulescu.
Altre due iniziative organistiche sorsero in quegli anni: il concerto di S. Omobono e la rassegna per giovani organisti. Il 12 novembre 1987, con un concerto di Giuseppina Perotti all’organo, affiancata dal gruppo strumentale “Il Concerto grosso” diretto da Enrico Viccardi, prendeva inizio la fortunata, e tuttora viva, serie dei concerti in occasione della festa patronale cittadina. Negli anni successivi furono invitati Guido Iotti con il Theatrum Instrumentorum diretto da Giovanni Acciai (1988), Pierre Perdigon (1989), Lionel Rogg (1990) e Monika Henking (1991), dopo la quale la rassegna venne sospesa e ripresa con Michael Radulescu nel 1997.
I migliori allievi dei corsi di perfezionamento trovarono appropriate occasioni nelle manifestazioni vespertine, via via denominate “Pomeriggi organistici” (1987-1990) oppure “Vespri d’organo” (1993-2004), poi confluite nell’attuale rassegna “Canticum novum” (dal 2005).
In tutte queste iniziative è da ricordare la presenza costante del Coro Polifonico Cremonese diretto da don Dante Caifa. Il glorioso sodalizio si mostrò sempre all’altezza della situazione, partecipando all’inaugurazione dell’organo ‘Mascioni’ (1985), alla Rassegna Internazionale Organistica (1987-89) e ai Concerti in cattedrale del 1995.
L’attività del Comitato per l’organo della Cattedrale è ancor oggi meritoria per due ragioni: innanzitutto, ha posto le basi per la formazione degli organisti diocesani, avviando un percorso didattico che continua ancor oggi nella Scuola Diocesana di Musica Sacra; in secondo luogo, grazie all’esperienza straordinaria dei corsi internazionali di perfezionamento, ha contribuito a creare una generazione di organisti forse unica – per qualità, talento, successi professionali – nel panorama musicale italiano.